Home ] MARCO ] MACARIO ] [ TIMOTEO ] ATANASIO ] PIETRO ] MASSIMO ] ILARIONE E CIRILLO ] POLICARPO ] DIOSCORO ] REGOLA ]

 

TIMOTEO MONAURO

Nel giorno stesso in cui Macario venne sepolto nel chiostro di San Michele, molti alessandrini  che lo avevano veduto cadere trafitto presso l'altare si ricordarono che egli aveva detto loro: "Dio farà sorgere tra voi un nuovo pastore" e molto aveva lodato la virtù del venerabile Timoteo.

Ecco dunque, i Vescovi di Gaza, di Menfi e di Eliopoli si recarono nel deserto di Sceti, trovarono il venerabile Timoteo in abito di penitenza e così gli dissero: "Venerabile Timoteo, nel giorno della festa di San Michele il santissimo Patriarca Macario ha ricevuto la corona perfetta del martirio per mano degli Oremiti ed è stato ucciso di spada presso l'altare di Dio, ecco, egli annunciò la testimonianza che dice: percuoterò il pastore e le pecore andranno disperse, ma io farò sorgere tra voi un nuovo pastore.

Egli lodava la tua virtù e soleva dire di te: "Io ho conosciuto in Timoteo il monaco perfetto, colui che superò la sua prova ed ebbe in premio, come Giobbe, la pace del cuore".

E noi siamo venuti a pregarti nel nome di Cristo che tu voglia sedere sul trono del Beato Macario e pascere il gregge che Dio gli aveva affidato, vieni con noi in Alessandria e noi ti ungeremo Patriarca nel giubilo del popolo".

E Timoteo rispose: "Venerati fratelli nella vera fede, io sono il servo fedele di colui che mi ha mandato, non per mio merito ma per la grazia di Dio sarò il vostro Patriarca, perché Cristo dice: non siete voi che avete scelto me ma io che ho scelto voi, avvenga dunque secondo la Sua volontà".

E montato su un asino entrò in Alessandria, e il monaco che non era neppure Diacono, fu consacrato in un solo giorno Presbitero, Vescovo e Patriarca.

E gli uomini di Alessandria videro che egli aveva un solo orecchio e per questo gli diedero il nome di Timoteo Monauro.

Quando la Chiesa di San Michele fu piena di pellegrini venuti per venerare il Beato Macario e per udire la parola del nuovo Patriarca, Timoteo salì all'ambone della cattedra e così parlo: "Molti uomini oggi mi hanno osservato con sospetto a causa del mio unico orecchio e si sono chiesti in cuor loro: perché costui ha un orecchio mozzato? Eppure egli è monaco e ha vissuto nel deserto per tutta la vita.

Ebbene io vi dico che il mio orecchio mozzato è la testimonianza della mia infedeltà.

Ecco, dunque, quando morì il Santissimo Patriarca Paolo, i Vescovi dell'Egitto mi pregarono in nome di Cristo di essere Patriarca, ma Satana entrò nel mio cuore e io dissi tra me: "Io sono un monaco imperfetto che è stato fino ad oggi nelle mani di Satana, come potrò io governare la Chiesa di Alessandria?", ecco, io pensai all'insufficienza delle mie forze e rifiutai di essere lo strumento docile nelle mani di Dio che trae la vita dalla morte e sconvolge i destini degli uomini.

E Satana mi spinse a non confidare nella potenza dello Spirito che soffia dove vuole e io per l'orgoglio di rifiutare il trono di Alessandria mi recisi l'orecchio per non essere ordinato Vescovo perché sta scritto: nessuno sia sacerdote se è privo di un occhio o di un orecchio, ma poiché i Vescovi dell'Egitto volevano ordinarmi  ugualmente, fuggii nel deserto e qui vissi tormentato dal demonio perché avevo rifiutato di portare la mia croce, ma Macario mi insegnò la via della perfezione e mi salvò dalle mani di Satana.

Possano gli Alessandrini aiutarmi ad essere discepolo degno di un maestro come il Beato Macario, che Dio volle Patriarca perché fosse luce a chi cammina nelle tenebre. A lui come al Beato Cipriano, Dio concesse la corona perfetta del martirio perché sta scritto: se il chicco di grano non muore non porta frutto, ma se muore porta molto frutto.

Voi siete venuti oggi a piangere sulla sua tomba ma egli soleva ripetere che la morte non è che restituire la vita che ci è stata donata in prestito per presentarci dinanzi al Giudice. Beato colui che in quel giorno si sentirà dire: entra  nel regno di Dio, preparato per te fin dalla creazione del mondo".

E gli abitanti di Alessandria dissero nei loro cuori: "Abbiamo trovato colui che ci indicherà la via della santità".

Ecco dunque che in quei giorni venne in Alessandria una nave di Cipro e con essa entrò in città il contagio della pestilenza e cominciarono a morire i cani e i piccoli animali, poi i cavalli e i cammelli e quindi gli uomini.

E gli anziani di Alessandria andarono da Timoteo e gli dissero: "Ecco, Dio ci ha messi alla prova con il flagello della pestilenza e molti già sono morti, dicci venerato padre Timoteo che cosa dobbiamo fare per non perdere le anime nostre".

E il Venerabile Timoteo ordinò così: "Andate nelle case e radunate i malati e raccoglieteli nella chiesa di San Michele e riunite i bambini e le donne incinte nella Chiesa di San Giovanni perché è nel luogo più alto della città".

E quelli gli risposero: "Come potremo noi entrare nelle Chiesa di San Giovanni se gli Oremiti che alzarono le loro spade sul Beato Macario si sono radunati in essa come se fosse una fortezza? Ecco, essi ci uccideranno come hanno ucciso il nostro Patriarca".

E Timoteo disse loro: "Perché temete per la vostra vita? Non sapete che Cristo ha detto: chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi l'avrà perduta per causa della giustizia, quello l'avrà salvata? Guardate dunque l'esempio del Beato Macario".

Ed uscì per primo e scese per le strade di Alessandria e venuto alla porta della Chiesa di San Giovanni gridò: "Ricordatevi che siete polvere e in polvere ritornerete, oggi Dio vi offre di espiare il vostro peccato servendo gli afflitti e aprendo le vostre case agli infermi, perché Dio dice: non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva".

E tutti gli Oremiti di Alessandria e quelli di Gaza e di Aleppo che erano rifugiati nella Chiesa di San Giovanni per timore del popolo, dissero in cuor loro: "Abbiamo ucciso il Patriarca Macario che aveva operato giustizia anche verso di noi imponendo penitenza ai sicari del nostro Patriarca Proterio, ed ecco che Macario è vivo nel nostro cuore, noi abbiamo ucciso Macario, ma la fama delle sue buone opere non morirà in Alessandria", e si ricordarono della testimonianza che dice: "Sorgeranno tra voi falsi Cristi e falsi Profeti, ma ecco, dalle loro opere li riconoscerete, non può l'albero buono fare frutti cattivi né l'albero cattivo fare frutti buoni".

Accolsero dunque Timoteo come se fosse il loro pastore e furono di esempio in Alessandria per la sollecitudine verso gli infermi e lo zelo nella carità.

E il Venerabile Timoteo restava desto ogni notte per confortare i morenti e soccorrere i sofferenti e pregava ogni giorno dicendo: "Mostrami, o Dio, la via della perfezione" e senza timore di contagio, sfidando la morte, visse tra gli appestati ripetendo in cuor suo: "Possa il pastore offrire la vita per il suo gregge", ma restò immune dal morbo.

E dopo alquanto tempo la pestilenza cessò e i morti si contarono in numero di ottomila.

Ed ecco, in quel tempo a Dio piacque di liberare il suo popolo dalla piaga dell'eresia e la lotta contro gli Oremiti si spense in tutto l'Egitto.

E Timoteo sedette per venti anni sul trono del Beato Macario e quando all'età di ottanta anni fu accolto nel seno di Abramo spirando in pace tra il compianto del popolo di Alessandria, gli anziani del popolo che avevano veduto il martirio del Beato Macario, ricordarono i tempi dell'eresia e della grande tentazione e vollero che il Venerabile Timoteo Monauro fosse sepolto nel chiostro di San Michele, presso la Tomba del Beato Macario e sulla sua tomba fu scritto "Servo inutile io sono".

 

Home ] MARCO ] MACARIO ] [ TIMOTEO ] ATANASIO ] PIETRO ] MASSIMO ] ILARIONE E CIRILLO ] POLICARPO ] DIOSCORO ] REGOLA ]

_______________________________________